PEDAGOGIA

L'EUROPA UMANISTICA E RINASCIMENTALE


Un esponente dell’Umanesimo è Erasmo da Rotterdam, il quale afferma che l’uomo riesce a conoscere se stesso grazie al lume della ragione. Il pensiero non deve essere considerato rigido e innato, ma afferma che deve essere fatto di follia, una modalità che ha il nostro intelletto per far scoprire all’uomo la sia autenticità. Per Erasmo è qualcosa che ci permette di conoscere un fenomeno da più sfaccettature, in questo modo si poteva esprimersi in modo positivo o negativo. Quindi nella fluidità del pensiero si nasconde la follia, che è un intreccio tra i lati positivi e negativi che si completano a vicenda.
La follia per Erasmo non è inteso come un sinonimo di pazzia ma anzi, lo ritiene un pregio del pensiero poiché l’uomo attraverso la follia riesce a rivelare la sua vera anima. Inoltre la follia ha un doppio volto e quindi anche una duplice funzione: serve per indossare una maschera e metterci in pace con noi stessi; e serve per rimuoverla, svelando la realtà oltre l’apparenza. Ritiene quindi che anche l’uomo ha due facce opposte così da nascondere la realtà; ad esempio ciò che pare bello in realtà è brutto o viceversa, quello che appare ricchissimo in realtà è poverissimo ma tutto è nascosto dalla recitazione dell’uomo. In sintesi Erasmo ritiene che la follia sia una cosa da elogiare perche è attraverso ciò il pensiero diventa fluido e quindi la vera anima dell’uomo può venire allo scoperto.

 Juan Luis Vives fu un pensatore e umanista spagnolo. Corrispondente e amico dei maggiori umanisti dell'epoca, fu un libero e illuminato pensatore del Rinascimento, entro la più consapevole ortodossia cattolica. Fu soprattutto un pedagogista, perché considerava essenziale la formazione dell'uomo “intero”; e quindi la psicologia e l'etica del singolo, entro il contesto sociale, costituiscono i poli del suo pensiero, che spesso anticipa idee e tendenze molto posteriori. Le sue opere più geniali contengono sorprendenti intuizioni e idee suggestive e feconde. A differenza di altri umanisti, compone opere consistenti in una serie di dialoghi vivi e realistici, che rivelano fra l'altro un acuto spirito di osservazione.


Nel campo dell'educazione, Montaigne e Rabelais rifiutano l'insegnamento tradizionale, la scolastica medievale, la violenza corporale. Vogliono un' uomo nuovo, moralmente ed intellettualmente. Ma c'è differenze fra di loro nella maniera d' insegnare.
Rabelais è entusiasta per la conoscenza, per le grande scoperte scientifiche del secolo; vuole che il Sapere sia fatto di tutto, di tutte le discipline come le lingue, grammatica, scienze, letteratura, astronomia, storia, etc. Egli vuole positivamente che tutto sia nella testa degli alunni, guidati però dalla coscienza per guardare l' equilibrio.
Montaigne, al contrario, vuole per gli alunni, "una testa ben fatta piuttosto che ben piena". Non è la quantita di conoscenze che conta, ma lo sviluppo della comprensione, dell' intelligenza, l' equilibrio tra lo spirito e il corpo.L'educazione deve formare un' uomo completo, senza violenza, senza maltrattamenti, ma nella gioa e la buona volontà.

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