PSICOLOGIA

L'ANORESSIA E LA BULIMIA

Non si sono ancora stabilite le cause scatenanti di questi disturbi alimentari, ma alla base vi è uno stretto legame tra l’insicurezza nei confronti del proprio aspetto, rispetto ai modelli di bellezza veicolati dai mezzi di comunicazione.
Come tutte le malattie, anche la bulimia nervosa e l’anoressia sono caratterizzate da una fase embrionale, ed è proprio in questo momento che è necessario intervenire per contenere il problema.
La fase iniziale, può essere caratterizzata da: una riduzione eccessiva di peso, costanti digiuni alternati a grandi abbuffate e ad un cambiamento nelle relazioni con gli altri. La costante preoccupazione nell’apparire più magra può generare ansia ed insicurezza nel soggetto, che tenderà ad isolarsi e a concentrarsi solo sul cibo, evitando il confronto con le persone che le sono vicine.
Se non si sono riconosciute le prime avvisaglie della malattia, è possibile comunque intervenire per uscire dalla bulimia e dall’anoressia. Nella fase avanzata, compaiono nuovi sintomi molto più gravi e persistenti: assenza di mestruazioni, erosione dentale, insonnia, depressione e pensieri suicidari.
La terapia cognitivo comportamentale, è un percorso psicoterapeutico che mira inizialmente alla normalizzazione del peso corporeo attraverso colloqui quotidiani con il paziente e la compilazione di un “diario alimentare”, sarà coadiuvato da un dietista che stabilirà l’apporto necessario di cibo a seconda della gravità del disturbo. La seconda fase della terapia consiste nell’intervenire sulla psiche della persona bulimica o anoressica, tramite sedute che analizzano le cause del problema, cercando di favorire l’autostima e la consapevolezza del soggetto. L’ultima fase è finalizzata al recupero dei rapporti interpersonali del paziente ed al mantenimento del regime alimentare per evitare spiacevoli ricadute.

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